Missile qatariota, il ticinese arrestato „era un trafficone“

ticinonews.

Lo hanno affermato alcuni suoi conoscenti del mondo dell’aviazione. Intanto le indagini della Fedpol continuano.

Le indagini sul 42enne ticinese arrestato in Italia perché trovato in possesso di un missile aria-aria continuano. Ieri la Polizia Federale ha perquisito il domicilio e la sede societaria dell’uomo. Ma chi è il 42enne? Sappiamo che è svizzero, forse con doppia cittadinanza (svizzera e italiana). In questo momento si trova agli arresti domiciliari a Varese in relazione alla compravendita del missile in dotazione delle forze armate del Qatar. Dal 2010 al 2013 ha lavorato per la Ruag, ma in riva al Ceresio nessuno sembra averlo mai visto.

Tuttavia, nel mondo dell’aviazione le persone a conoscerlo sono molte. Alcune, contattate da TeleTicino, lo hanno definito “un trafficone”, altri “un facilone”.  Tutti però concordano sul fatto che un missile del genere sia inutilizzabile per scopi bellici o terroristici, al massimo può essere rivenduto. Il suo valore sul mercato nero è di circa 500mila euro.

Ipotesi confermata a Ticinonews anche dal capo della Digos di Torino Carlo Ambra. “L’obiettivo del 42enne” ha detto “era quello di rivendere l’arma con l’aiuto di un complice, un 51enne italiano. Per questo ha contattato un intermediario bolognese che a sua volta lo ha offerto a uno dei combattenti che aveva militato nel Donbass”.

Una delle ultime indiscrezioni è del Blick e riguarda il ritrovamento, a giugno, di una mitraglietta, a poche centinaia di metri dall’abitazione dell’uomo. A fare la scoperta un gruppo di giovani scolari, ma non vi sarebbe alcun collegamento con il 42enne, il cui arresto, in ogni caso, è l’articolazione di un’indagine più grossa scattata un anno fa in Italia.

Gli inquirenti stanno cercando di capire cosa è stato immagazzinato all’interno dell’hangar dell’aeroporto turistico di Rivanazzano, al centro dell’inchiesta della Procura di Torino e della Digos su un traffico di armi collegato ad un gruppo di estremisti di destra che avrebbe anche stretti legami con gruppi armati operativi nel Donbass.

Tra le persone arrestate vi è pure un 60enne ex ispettore antifrode a Malpensa, candidato al Senato per Forza Nuova anni fa, che nascondeva un vero e proprio arsenale oltre a stemmi e cartelli di ispirazione nazista presso la sua abitazione di Gallarate.

Maggiori dettagli nell’edizione di ieri del TG di TeleTicino